Un migrante nigeriano 36enne, Emmanuel Chidi Namdi, giunto in Italia a settembre con la moglie 24enne dopo essere sfuggito a Boko Haram, è morto dopo essere stato aggredito a Fermo da un 35enne ultrà. Namdi è stato colpito con un palo della segnaletica stradale dopo aver reagito agli insulti rivolti alla donna dall'ultrà, che l'ha chiamata "scimmia africana". Giovedì il ministro Alfano presiederà il comitato per la sicurezza nella città marchigiana. Il nigeriano e la compagna erano arrivati al seminario vescovile di Fermo, che accoglie profughi e migranti, a settembre. I due se ne erano andati dalla Nigeria dopo l'assalto di Boko Haram a una delle chiese cristiane del posto: nell'esplosione erano morti i genitori della coppia e una figlioletta. Passando dalla Libia, erano sbarcati a Palermo. Un viaggio difficile ancora una volta costellato di lutti: in Libia erano stati aggrediti e
picchiati da malviventi del posto e lei aveva subito un aborto durante la traversata. Ora l'epilogo tragico, con il pestaggio che ha ridotto il migrante in fin di vita, e la morte in ospedale poche ore dopo il ricovero.
Alcuni deputati hanno ricordato Emmanuel Chidi Nambdi. "Mai avrei immaginato che nelle mia terra potesse accadere una cosa del genere", ha detto Paolo Petrini (Pd). "In Italia oggi di razzismo si muore", ha affermato Lara Ricciatti (Si). Anche il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti, che presiedeva l'Aula, ha espresso "sgomento" per l'accaduto. Mentre la presidente Boldrini su Twitter ha affermato: "Suscita sgomento e indignazione la notizia del richiedente asilo nigeriano pestato a morte a Fermo. Un uomo che era venuto via dal suo Paese per scampare alla ferocia dei terroristi di Boko Haram ha perso la vita qui da noi, in Italia, sotto i colpi dell'odio razzista exenofobo".