Lombardia, 100mila case vuote: ” al via il contratto libero”. In Lombardia si registrano 100.000 alloggi non occupati di cui 30.000 di nuova costruzione e 60.000 famiglie che una casa decente non ce l’hanno. Queste le cifre fornite nel corso di un seminario organizzato da Regione Lombardia sui servizi abitativi. Partiamo dall’analisi del contesto. La provincia di Milano ha il maggior numero di alloggi in locazione, seguita da Brescia e Mantova, Pavia e Cremona, Lodi e Varese, Como, Lecco e Bergamo, Monza e Brianza, chiude Sondrio. A locare sono per il 67% persone fisiche, seguono le Aler, imprese o società si collocano al terzo posto. Poi ci sono le proprietà di Comuni, enti previdenziali, cooperative edilizie ecc. I 12.308 provvedimenti di sfratto emessi in Lombardia nel 2015 riguardano per la quasi totalità la morosità più o meno incolpevole. In altre parole, il capoluogo lombardo dove più alta è la tensione abitativa, gli sfratti sono al di sotto della media regionale. La Regione ha individuato cinque settori di intervento cui ha destinato circa 95 milioni di euro pari a una media di 1.580 euro spalmati su tre anni per ciascuna delle 60.000 famiglie e sono destinati ai comuni con alta tensione abitativa. Iniziative sperimentali: 8,4 milioni ai Comuni per iniziative a carattere rotativo tendenti ad eliminare l’occupazione a vita di un alloggio popolare. Il canone concordato, a Milano, per ora, non funziona. Tra le cause, una relativa carenza di informazione, complessità burocratiche e anche una diffusa sensazione, tra i proprietari, di scarsa assistenza da parte degli uffici preposti. Secondo Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia, al di là delle buone intenzioni, non si adottano, a livello legislativo nazionale, le misure necessarie a produrre l’effetto di una vera incentivazione dell’investimento privato in locazione, come risposta di sistema al fabbisogno abitativo della Lombardia e del Paese. La locazione che andrebbe incentivata, afferma, è quella del contratto libero.