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L’ITALIA A UN BIVIO

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Una sconfitta senza se e senza ma. Solo parzialmente limitata dalla vittoria di Beppe Sala a Milano. Per Matteo Renzi quella di ieri è una serata da dimenticare. Sperava di poter arginare l'avanzata grillina vincendo anche a Torino ma nel capoluogo piemontese il povero Piero Fassino è stato travolto dal ciclone Appendino. A Roma la Raggi doppia Giachetti. Ovunque c'è il ballottaggio PD M5S i democrat soccombono. La destra compatta vira sui candidati "anti sistema" in nome del partito della Nazione, quello contro Renzi.

Sono piccole pillole di analisi del voto. Ma sufficienti per capire che da oggi per il Presidente del Consiglio urge un netto cambio di passo: Renzi deve cambiare verso si, ma anzitutto a se stesso e poi anche al partito che guida.
I dati elettorali sono chiari, con l'Italicum il sistema elettorale tanto voluto dal Segretario del PD c'è il serio rischio per lui di essere sconfitto contro Di Maio sempre più proiettato alla guida dei 5 stelle.
Che fare? Renzi ha poco più di 100 giorni per risalire la china. La madre di tutte le battaglie, il referendum costituzionale sul quale si gioca tutto il suo destino politico si avvicina e occorre fare presto. E bene. Cominciando ad affrontare in modo netto e chiaro la minoranza interna che da ieri ha molte cartucce in più da sparare. Il centrosinistra non andava così male alle Amministrative da oltre 20 anni. Bersani & Co. dovranno dire chiaramente cosa intendono fare nelle prossime settimane e il primo assaggio dello scontro interno sarà la direzione nazionale di Venerdì 24. Renzi dovrà rivoluzionare il partito. Se al Nord ci sono segnali di vita, non solo Milano ma anche Varese, da Roma in giù il Pd è sempre più comitato elettorale, peraltro perdente, composto da correnti e sotto correnti che hanno finito per prosciugare il voto di opinione che alle Europee premiò i democratici riducendo il PD oggi ai minimi termini. E' probabile che per Renzi i comitati per il SI saranno il seme del nuovo partito, l'occasione per rinnovare una comunità stanca e sfiduciata. Dove il PD ha avuto la capacità di presentare candidature e proposte nuove e convincenti i risultati sono arrivati. Insomma la "rottamazione" cavallo di battaglia del Renzi della prima ora si è fermata ed è stata presa in mano dai 5 stelle che ieri hanno ottenuto un risultato straordinario.
Vedremo ora cosa saranno in grado di fare alla guida di due città così importanti come Roma e Torino. Si apre una fase interessante e del tutto aperta nella quale, ne siamo sicuri, avrà un ruolo il Sindaco di Napoli De Magistris.
Il suo trionfo, sia pure con una affluenza la più bassa d'Italia, lo proietta senza dubbio nel palcoscenico nazionale. Senza partiti alle spalle ma con una buona organizzazione, merito del fratello Claudio, e tanti giovani al suo fianco il rieletto primo cittadino partenopeo può legittimamente aspirare a essere un leader alternativo a Renzi ma anche ai 5 stelle che sicuramente non punteranno su di lui per Palazzo Chigi. Nel frattempo c'è una città complicata da guidare e occorrerà il massimo sforzo da parte dell'ex Pm che tanta fiducia ha saputo ispirare nei napoletani che lo hanno votato. Saranno 100 giorni decisivi. L'Italia è a un bivio. Vedremo che direzione prenderà.

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