Il buco nell’ozono si sta restringendo, questo affermano gli scienziati del Mit (Massachusetts Institute of Technology) che a quanto pare avrebbero la prima e chiara prova che il buco nell’ozono sopra l’Antartide si stia restringendo. I ricercatori del Mit e di altri istituti hanno osservato lo scorso settembre un ridimensionamento del buco di oltre quattro milioni di chilometri quadrati – stando a quanto riferisce il sito dello stesso Massachusetts Institute of Technology – circa la metà degli Stati Uniti, dal 2000. La contrazione dell’area “malata” ha subito alcuni rallentamenti in corrispondenza di eruzioni vulcaniche particolarmente importanti, ma “complessivamente il buco nell’ozono sembra sulla via della guarigione”. Gli autori di un nuovo studio hanno valutato i cambiamenti dell’area con criteri stagionali e di altitudine e le osservazioni nel mese di settembre (invece dei tradizionali rilevamenti a ottobre) sarebbero state decisive per il bollettino ottimista. Un miglioramento, sottolinea lo studio pubblicato su Science, dovuto certamente agli effetti del Protocollo di Montreal per la riduzione delle sostanze che minacciano lo strato di ozono, entrato in vigore nel 1989. Un miglioramento dato anche dal fatto che da quest’anno stanno scomparendo definitivamente dagli spray le sostanze responsabili del buco nell’ozono, i clorofluorocarburi (CFC), messi al bando gradualmente dal 1987 dal Protocollo di Montreal. Il 98% dei CFC sono già spariti dagli spray. Gli ultimi rimasti, quelli usati negli inalatori anti-asma, saranno eliminati quest’anno. Una buona notizia dunque: il buco nell’ozono si sta restringendo.
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