Una 34enne si San Pietroburgo, dopo una gravidanza serena ha dato alla luce il piccolo Dima, suo secondogenito. Dopo il parto, avvenuto con taglio cesareo, il piccolo è nato in salute e in ottime condizioni. Pochi giorni dopo, però, la pancia della donna ha iniziato a gonfiarsi provocandole grandissimo dolore e impossibilità nei movimenti. “Sul momento ho pensato che fossero le normali conseguenze dell’operazione – ha detto – Quando ho capito che la situazione era grave ho cercato aiuto ma, in molti ospedali i dottori, trattandomi con aria di sufficienza, mi dicevano che mi stavo allarmando senza motivo, che i sintomi erano legati all’operazione subita di recente. Poteva trattarsi di un ematoma, per esempio, e iniziavano a elencare tutte le spiegazioni che si possono dare a una donna nelle mie condizioni”.
I dolori, però, peggiorati di giorni in giorno, sono divenuti presto insopportabili: “Sentivo di dover fare qualcosa per non lasciare i miei bambini senza una madre”. Dopo 24 giorni di agonia, Julia è stata ricoverata in un ospedale militare, dove i medici si sono dimostrati più disponibili e competenti.
Dopo averle fatto una ecografia hanno scoperto del liquido ed anche un corpo estraneo. Operata d’urgenza, hanno rimosso dall’addome due litri e mezzo di pus e un lenzuolo!
Un errore imperdonabile quello dello staff della sala parto che la donna ha commentato: “Potrei anche perdonare chi mi ha fatto questo, ma non credo che la stessa cosa sia possibile per la mia famiglia: cosa avrebbero fatto senza di me? Adesso voglio mantenere la mente lucida e cercare di risolvere la questione nel modo più pacifico possibile”.