“Il rogo di Caivano è l’ennesimo campanello di allarme di una situazione non più sostenibile. Le forze dell’ordine faranno luce sull’accaduto e nel frattempo la politica deve trovare soluzioni più efficaci”. Così Carmine Mocerino, presidente della Commissione regionale Anticamorra e beni confiscati della Campania.
“Il contributo dei privati, nel ciclo dei rifiuti, è centrale ma – aggiunge – non può prescindere da regole più ferree e controlli più incisivi. Non possiamo consentire, sul territorio, attività a macchia di leopardo, senza una logica. Impianti fotocopia nelle stesse zone, confusione sulle attività messe in campo, non possiamo chiedere ai privati di supplire alle carenze, strutturali o di semplici inadempienze, del pubblico ed in virtù di queste difficoltà lasciare campo libero”.
“Non possiamo lasciare – rilancia Mocerino – temi così delicati alla iniziativa dei privati, che legittimamente devono trarne un profitto, ed alla responsabilità dei sindaci. Già in Commissione consiliare avevo chiesto una inversione di tendenza.
Ho chiesto di non lasciare soli i primi cittadini e che la Regione si riappropri di una sua prerogativa esercitando una corretta ed efficace pianificazione territoriale per evitare ancora emergenze”.
“Mi auguravo – dice – un cambio di passo della Giunta dopo i fatti di San Vitaliano ma, anche dopo l’ultimo Consiglio regionale, siamo ancora nel campo della discussione fine a se stessa. Dobbiamo capire quanti siti, pubblici e privati, sono inseriti nel ciclo dei rifiuti e per quali attività. Quali fungono, di fatto, da vere e proprie discariche, quali sono siti di stoccaggio o di compostaggio. E ‘necessario conoscere il numero di quelli si avviano a chiusura, di quelli che continueranno ad essere in funzione, di quelli che sarà necessario immaginare come nuovi. Una vera è propria anagrafe di ogni singolo impianto”.
“Adesso e non oltre” conclude