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Campania

Il silenzio sul Porto di Napoli: la nomina per l’Autorità in alto mare. Confindustria: “Presto il nome, non c’è tempo”

53  eleonora tedesco condividi 

 

Il Porto di Napoli, l'azienda più importante e - potenzialmente - produttiva della città è come una nave senza timoniere: immobile per la bonaccia. Da mesi si attende e si rimanda la nomina di una guida all'Autorità Portuale per sbloccare fondi, far ripartire i progetti e restituire dinamismo e produttività. "Il dragaggio, la retroportualità con il sistema logistico, il potenziamento della filiera dell'accoglienza sono priorità che hanno necessità di visone strategica e politica, per questo motivo è centrale che si arrivi al più presto alla definizione di una guida chiara", considera il vicepresidente di Confindistria Napoli con delega a porto e infrastrutture , Vito Grassi. "E' emblematico - chiarisce - il caso dei 147 milioni di euro di fondi che la Regione mette a disposizione e che i revisori bloccano perché non sono destinati a progetti esecutivi. C'è un tema, un problema politico di governance - chiarisce Grassi - è fondamentale che ci sia chi decide e si prende le responsabilità. Come Confindustria abbiamo un progetto pilota di elettrificazione di almeno una banchina e Rete Ferroviaria italiana, sotto nostro impulso, sta elaborando un piano per la costruzione della rete ferroviaria. Ecco - ribadisce - questa progettualità ha bisogno di visione". Finora, però, tutto tace e i nomi dei papabili rimangono gli stessi: il napoletano imprenditore Dario Scalella e l'ex presidente dell'Autorità portuale di Salerno, Andrea Annunziata (uomo che sembrerebbe gradito al governatore Vincenzo De Luca). "Per Confindustria non c'è alcuna pregiudiziale sul nome - spiega il numero due di palazzo Partanna - abbiamo chiaramente detto che ci interessa solo che si faccia presto. Finora gli operatori sono rimasti, ma la concorrenza globale non ci consente di attendere oltre".