Aumentano i compiti, ma i soldi sono sempre gli stessi. E non bastano. Lo ha scritto senza mezzi termini il presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone. Il suo messaggio è indirizzato al governo, che sempre più spesso gli affida compiti da salvatore della patria, e si trova nella “Nota di aggiornamento al piano di riordino dell’Autorità nazionale anticorruzione“. La data del documento ufficiale, come riporta il Corriere della Sera, è il 28 gennaio. Le parole, nonostante il burocratese stretto, non lasciano spazio a chiavi di lettura alternative: “Non può non evidenziarsi che il bilancio dell’Autorità sconta una rigidità della spesa tale da non consentire per il futuro, a quadro normativo vigente, ulteriori norme di contenimento oltre quelle finora adottate se non a prezzo di una ridotta funzionalità dell’Anac che, nella circostanza, non sarebbe tra l’altro coerente con l’implementazione delle funzioni (…) la quale, anzi, indurrebbe ad una nuova riflessione nelle sedi opportune sul mantenimento degli obiettivi di contenimento della spesa”. CONTINUA A LEGGERE
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