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Ibrahimovic: “Italia? Non si torna dove si è fatta la storia”

pogba
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Adesso stiamo entrando nella fase cult dell'europeo francese. I primi risultati sono stati registrati ma è ancora tutto da decidere così come il futuro calcistico di alcuni giocatori. "Tornare in Italia? Dico due cose, forse contraddittorie. La prima è che non si sa mai. La seconda è che non si torna mai dove si è fatta la storia. Considero l'Italia la mia seconda casa e il calcio italiano il più bello del mondo: c'è una passione infinita, calda, totale. Qualcosa che assomiglia al mio modo di intendere lo sport. E forse anche la vita". Lo ha dichiarato un'intervista esclusiva concessa alla rivista GQ l'attaccante della Svezia, prossimo avversario dell'Italia a Euro2016, Zlatan Ibrahimovic. "Liti con allenatori? Una leggenda. In fondo mi sono
Nazionale
terrorismo
lasciato male solo con Guardiola. Con gli altri ho discusso, anche litigato, come e' normale, ma su cose di campo. Sono rimasto amico con tutti. Una volta ebbi un litigio, anche fisico, con Zebina, un mio compagno di squadra. Io lo colpii. Mi aspettavo un urlo di rimprovero. Invece Capello se ne rimase in silenzio e poi disse che quel gesto aveva fatto bene alla squadra. Lui voleva sempre il massimo di tensione e di adrenalina: perfetto per me", prosegue Ibra. "Razzismo? In Italia mi venivano gridate le solite cose orrende che vengono rivolte a chi viene considerato altro da se'. Il terrorismo? Non ero a Parigi la sera del Bataclan ma penso che chi fa quelle cose ha il vuoto nella testa. Il mio modello è Peace and Love, sempre", ha concluso l'attaccantesvedese.