La partita delle Comunali a Napoli è finita con la rielezione del sindaco uscente di Napoli Luigi de Magistris (66.85%) con 185907 voti contro Gianni Lettieri (33.15%) fermo 92174 voti. Al di là del forte astensionismo, registrato a Napoli nel ballottaggio del 19 giugno 2016, sarebbro almeno tre le ragioni che hanno portato alla sconfitta bis per Gianni Lettieri. La prima, l’imprenditore scugnizzo si era presentato come candidato civico ma non è riuscito a sfondare nel blocco moderato e liberale che ha preferito l’astensione. Alla luce del risultato, si è rivelata sbagliata, elettoralmente, la scelta di non sancire l’accordo politico con Italia Unica di Corrado Passera, facendo saltare la candidatura di Alessandra Caldoro. Seconda ragione, il profilo civico serviva a Lettieri anche per recuperare il voto al ballottaggio dell’elettorato del Pd. Missione fallita: in base a uno studio dell’Istituto Cattaneo, solo l’1,8 % degli elettori, che al primo turno hanno votato la candidata sindaco del Pd Valeria Valente, hanno votato Lettieri al secondo turno. Ed infine non c’è stato l’effetto trascinamento della candidatura dell’ex ministro Mara Carfagna. In termini di visibilità e popolarità, la scelta di affidare il timone della lista di Forza Italia a Carfagna ha portato un salto di qualità attribuendo una dimensione nazionale alla campagna elettorale ma numericamente il risultato è stato deludente. Secondo i calcoli fatti dai funzionari azzurri, il valore assoluto di Carfagna è stato di circa 500 preferenze mentre le 6mila preferenze sarebbero frutto di accordi con i candidati maschili, determinando un vero e proprio femminicidio elettorale. Ci sarebbe, poi, un quarto e ultimo aspetto: la campagna elettorale aggressiva di Lettieri ( attacchi e video contro de Magistris) che puntava a recuperare qualche voto nell’elettorale del M5S: obiettivo fallito. E’ sempre l’Istituto Cattaneo a rilevare che il trasferimento di voti dal M5s a Lettieri è stato pari allo zero.