A pochi mesi dall'inizio delle Olimpiadi arriva lo scossone che in pochi si aspettavano. Lo stato brasiliano di Rio de Janeiro, quasi pronto a ospitare le nazioni di tutto il mondo per le gare sportive più importanti dell'anno, è in stato di emergenza finanziaria e anticipa possibili problemi nell'«onorare gli impegni presi» in vista dei Giochi olimpici che inizieranno il prossimo cinque agosto. Il secondo stato più ricco del paese sarebbe infatti precipitato in una «grave crisi economica» a causa di un drastico calo degli introiti fiscali: è il rischio che si corre quando si organizzano eventi una portata così grande. La cosa è stata ammessa dallo stesso governatore ad interim Francisco Dornelles, dopo che sulla Gazzetta ufficiale è stato pubblicato il decreto che autorizza l'adozione di misure straordinarie in seguito a «pubblica calamità» al fine di garantire i servizi di base. I Giochi non sono a rischio, ci mancherebbe, ma per far fronte alla crisi è intervenuto il governo centrale.
Se non fosse stato fatto ricorso alle misure straordinarie, si sarebbe rischiato «il collasso completo della sicurezza, del sistema sanitario, dell'istruzione, dei trasporti e della tutela ambientale». Le autorità locali potranno invece contare su un «assegno in bianco» di tre mesi che consente l'erogazione di fondi da parte del governo federale senza l'approvazione dell'Assemblea nazionale. Il governo centrale, infatti, come recitano le parole di Alexandre Moraes, ministro della giustizia, pagherà le ore di lavoro extra degli agenti di polizia per garantire che la pubblica sicurezza non sia compromessa prima, durante e dopo lo svolgimento dei Giochi.