Ne sono passati di giorni dal quel maledetto
2
agosto
2014
, quando il barcone sul quale cercavano fortuna si rovesciò nel mare di fronte alla Libia. Il bilancio fu disastroso, ma verrà ricordato soltanto come ‘uno dei tanti’ drammi del mare:
268
migranti
finirono in acqua e alcune decine sparirono.
Tra i dispersi c’erano anche i quattro figli di due genitori siriani: Amjad, 36 anni, carrozziere, e mamma Tahani, 33, insegnante di inglese hanno trovato un pizzico di pace ora. Grazie alla trasmissione ‘
Chi l’ha visto
‘, un poliziotto della Scientifica di Agrigento,
Walter
Partipilo
, ha riconosciuto quel bambino. “In tv mi sembrò proprio quel bambino che mi aveva fatto tanto pena, sono padre anch’io – dice
Partipilo
– l’indomani ho guardato le foto che avevamo in ufficio e ho detto ai colleghi, “è lui”. Ora da un lato mi sento contento per essere stato di aiuto a quella famiglia, dall’altra provo pena per la sorte di questo bambino e dei suoi fratellini e per il dolore di quei genitori”. Il loro figlioletto di appena 4 anni,
Mohammed
, sepolto nel piccolo cimitero di
Ribera
, in provincia di
Agrigento
.
“Qui è la fine del viaggio, qui riposano le nostre vite e le nostre speranze spezzate”, si legge sulla lapide bianca del piccolo. I suoi genitori lo lasceranno riposare in pace qui, non sposteranno la sua tomba. “Lasciatelo riposare qui dove è stato
accolto
– ha ripetuto – ora sappiamo dov’è Mohammed, sappiamo che è stato sepolto subito come vuole la nostra religione. Ma ora dobbiamo cercare gli altri tre nostri figli, perchè noi pensiamo che siano vivi, da qualche parte”.
Mohammed
ha una tomba – dice il papà – ora continueremo a cercare gli altri nostri figli». Rama aveva 6 anni, Omar 2, Israa 11 mesi.