Brutta notizia per gli spioni. La Cassazione ha sancito un principio su una tematica estremamente dibattuta: il controllo della posta elettronica altrui.
Spiare la casella mail altrui è reato. La Suprema Corte ha tirato in ballo l’art. 615-ter c.p. sull’accesso abusivo a sistema informatico con la sentenza numero 13057/2016 della quinta sezione penale che ha confermato la condanna a 6 mesi di reclusione inflitta in appello ad un uomo che, approfittando della sua qualità di responsabile dell’ufficio di polizia provinciale e dell’assenza temporanea del collega si era introdotto nella sua casella di posta elettronica protetta da password, visionando e scaricando alcune comunicazioni. A raccontare il caso è stato il portale StudioCataldi.it che ha sottolineato l’operato degli Ermellini che hanno affermato il principio (precedentemente oggetto di divergenti opinioni) che la casella mail rappresenta “inequivocabilmente” un sistema informatico rilevante ai sensi dell’art. 615-ter c.p.
La Cassazione – hanno spiegato gli esperti del portale di diritto Studio Cataldi.it – rammenta, infatti, che nell’introdurre tale nozione nel nostro ordinamento, il legislatore ha fatto evidentemente riferimento a concetti già diffusi ed elaborati nel mondo dell’economia, della tecnica e della comunicazione, essendo stato mosso dalla necessità “di tutelare nuove forme di aggressione alla sfera personale, rese possibili dalla sviluppo della scienza”.
Pertanto, conformemente alle acquisizioni del mondo scientifico, il sistema informatico inteso dal legislatore non può essere che “il complesso organico di elementi fisici (hardware) ed astratti (software) che compongono un apparato di elaborazione dati.
Fonte: StudioCataldi.it