domenica, 30 aprile 2017
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DON LUIGI MEROLA “LA CAMORRA SI COMBATTE CON LA CONOSCENZA NON CON LE FICTION”

Questa sera alle 23.30 su Rai 1 a Speciale TG1 “Cose Nostre” la giornalista Maria Grazia Mazzola parlerà della Fondazione di Don Luigi “A’ Voce d’è Creauture” .

Don Luigi Merola, Prete napoletano, è impegnato ormai da anni a combattere la camorra, rischiando più volte la sua stessa vita. È andato avanti, non si è fatto mai intimidire, non ha avuto paura di combattere a viso aperto il vero cancro della città di Napoli, La Camorra.

E per farlo ha trovato il modo più semplice che possa esistere, e cioè quello di togliere dalle mani dei camorristi, dei boss, dei reclutatori di eserciti, coloro che possono essere e che saranno il futuro della nostra città, il futuro del nostro paese “I BAMBINI”

Proprio così, da una vita don Luigi lotta per togliere dalla strada già da piccolissimi, quelli che possono rappresentare il futuro della camorra, le nuove reclute, i nuovi boss. E lo fa proprio in uno dei quartieri più degradati di Napoli in una villa sequestrata proprio ad uno dei boss più imponenti della camorra napoletana. Uno doppio schiaffo alla camorra ed un grande segnale a tutte le istituzioni.

Ogni giorno organizza doposcuola, lezioni di computer, attività formative per il lavoro, e tante altre cose rigorosamente gratis messe a disposizione di chiunque ne avesse bisogno.

Di seguito riportiamo una sua lettera al Corriere di qualche mese fa che riteniamo opportuno riproporre

Don Luigi Merola
“Oggi, martedì, con i miei alunni della scuola media nel quartiere Sanità abbiamo letto l’articolo di Sandro Ruotolo dal titolo: “Io, a Casapesenna dove le minacce oscurano lo Stato”, pubblicato su questo quotidiano. Bella l’ iniziativa ormai da anni quella della redazione del Corriere di inviare il giornale tra i banchi di scuola. Sandro è stato minacciato di morte dal boss Michele Zagaria, solo perché ha raccontato la storia dei clan di Casal di Principe . Mi colpiva mentre leggevamo l’articolo che i ragazzi conoscevano il nome di Zagaria, boss che ha avuto anche un ruolo all interno del film “Il clan dei camorristi”. Di lui sapevano tutto, meno la storia del caro amico giornalista Sandro. La camorra si combatte con la conoscenza e non con le fiction.

Far leggere questi articoli a scuola aiuta a formare una coscienza di cittadinanza attiva. A scuola oggi devono entrare i testimoni: magistrati, giornalisti, forze dell ordine, sacerdoti e imprenditori minacciati. I ragazzi devono conoscere in faccia il coraggio di queste persone che sono i praticatori della legalità. Non bastano più le conferenze. Lo dicevo al mio amico don Ciotti: i ragazzi non sono vasi da riempire ma sono torce da accendere. Cambiare Casapesenna o i quartieri di Napoli dipende pure da come si organizza la speranza.

Entrare a scuola e far toccare con mano il coraggio della speranza per distruggere i miti dei boss che non valgono nulla. Chi ha mandato proiettili o testa d agnello agli amici di Libera ha rafforzato il lavoro di bonifica sociale che da anni assieme portiamo avanti.

Gli alunni hanno poi posto delle considerazioni: lo Stato è e sarà sempre assente dalla nostra vita e dal nostro territorio perchè non offre possibilità di lavoro e alternative alla strada perché come diceva Loris la politica non si è liberata ancora dalla corruzione e dalla camorra. Loris è un ragazzo che vuole cantare e realizzare il suo sogno: essere “Rapp” e da anni combatte per avere un laboratorio di musica. Basterebbe un laboratorio di musica in ogni scuola per togliere manovalanza alla camorra.

Non basta più l’esercito di soldati. A Napoli come a Caserta ci vuole un esercito di educatori e docenti pronti a sfidare la camorra.
Su questo la scuola vive ancora di ideali e di sogni. Eppure il sogno di Loris come di altri alunni può essere realizzato. Basta poco, impegno continuo e dedizione. La fondazione A voce d’e creature di cui sono educatore ed ideatore, presente in un bene confiscato nel quartiere Arenaccia, è una risorsa per la città e per lo Stato in quanto non la repressione ma un programma serio e duraturo sia nella formazione che nell educazione alla legalità sarà prevenzione e rimedio contro la camorra. Sono d accordo con Ruotolo quando dice: esprimo solidarietà ai resistenti di Casapesenna. Anch’io sono convinto che i resistenti essendo più numerosi dei camorristi salveranno la nostra amata Campania.

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