E’ nei disegni, e non nelle parole, che non poteva pronunciare “perché condizionata dalla famiglia”, la verità su Fortuna Loffredo, la bimba lanciata nel vuoto, il 24 giugno del 2014, dall’ottavo piano del palazzo dove abitava, nel parco IACP di Caivano (Napoli). Emerge dell’interrogatorio reso oggi – tra pause di commozione e qualche lacrima – dalla psicologa Rosa Cappelluccio (che ha affiancato gli inquirenti durante le indagini), nella quarta udienza del processo sull’omicidio di Fortuna, in corso nell’aula 116 del Tribunale di Napoli.
La psicologa parla degli incontri avuti con le figlie di Marianna Fabozzi, imputata con Raimondo Caputo nel procedimento penale sulla morte della bambina. Una delle bambine, l’amichetta del cuore di Fortuna, venne ascoltata il giorno stesso della tragedia nella caserma dei carabinieri di Casoria (Napoli).