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mercoledì, 12 dicembre 2018

Schermata 2015-01-26 alle 12.55.32 Da dove arriva la carne impiegata per produrre il prosciutto italiano, in particolare quello di marca Ferrarini? È questa la domanda che si è posta la trasmissione televisiva di La7, la Gabbia, in una inchiesta che ha visto coinvolte le note marche di insaccati made in Italy. Il problema è che non è possibile verificare la provenienza delle carni ma solo il luogo di lavorazione, in quanto la legge europea sulle etichettature non impone l’obbligo di specificare l’origine delle materie prime sui salumi.

Quindi, anche se mangiamo un prosciutto Made in Italy, potrebbe tranquillamente essere realizzato con carne proveniente dall’estero. Oltretutto, come ha rivelato un’inchiesta del Corriere della Sera, buona parte della carne suina spesso proviene da allevamenti di paesi extraeuropei come la Turchia, in cui gli standard sono molto più bassi rispetto all’Italia.

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La troupe del programma condotto da Gianluigi Paragone ha raggiunto Lisa Ferrarini, figlia del fondatore del noto gruppo e consigliere delegato dell’azienda stessa, la quale in merito alla provenienza della carne impiegata per produrre il prosciutto ha detto: “ Non ho l’obbligo io della specifica a livello europeo di scrivere che provenienza ha la carne “. Alché la giornalista della Gabbia le ha fatto notare che “ lei che fa una battaglia per la trasparenza delle etichette poi non la applica in casa sua “.

Infatti Lisa Ferrarini è anche vicepresidente di Confindustria e lo scorso settembre dichiarava: “ Mogherini inadatta. Sono sola a difendere il Made in Italy in Europa “. E ancora: “ Ho bisogno che questo passi, anche perché veramente scatenerò la famosa marcia su Palazzo Chigi, non ci sono alternative. Cioé, noi siamo l’unico Paese nel mondo, e per Paese intendo Europa, a non avere l’obbligo dell’origine della materia prima “.

Due prosciutti su 3 tra quelli che si trovano nei nostri supermercati sono prodotti con carne proveniente dall’estero. E il consumatore, per via delle leggi comunitarie, non può sapere da dove arriva ciò che mangia. La Ferrarini si è anche recata nello studio della Gabbia e nel corso della puntata Paragone le ha domandato: “ Cosa le impedisce di scrivere il Paese di origine dei suini? “. La risposta della Ferrarini è stata: “ L’unica su 28 Paesi? Se lo fanno tutti, lo faccio anche io. Costa il 40% in più tracciare la carne “.