CORNA VISSUTE – Un’app gratis per il telefonino ti rivela se il tuo partner ti tradisce. Ma si rischia… Una denuncia penale. Eh si perchè senza dubbio inchioda l’infedele ma in tribunale non è una prova valida in quanto lede la privacy. Come si legge su La Stampa: “Tutta colpa delle «spy app». Del tutto simili ad un sistema d’allarme gps, una volta installate su un cellulare trasferiscono tutte le informazioni raccolte verso un altro numero di telefono. Le più semplici sono gratuite, quelle più complete possono arrivare ad avere un costo mensile di oltre cento euro. Manco a dirlo, come tutte le cose che riguardano i cellulari, sono programmate per un uso fai da te. Ma se proprio non si ha dimestichezza con le recenti tecnologie, ci si può sempre rivolgere ad altri. Ecco come è andata a Torino. La signora sospetta che il marito non gliela conti giusta. Consigliata – decisamente male – da alcuni conoscenti, decide di rivolgersi a quello che credeva essere uno specialista. E il sedicente detective le spiega come fare. C’è soltanto un problema: mettere le mani sul telefonino del presunto traditore. Inghippo superato usando come ponte quello della figlia. Così, scoperta l’attività di spionaggio via smartphone, l’uomo si rivolge agli agenti della polizia postale e ha denunciato la moglie. E loro, concluse le indagini, hanno pure arrestato il professionista. Che in realtà, più che un hacker, era un truffatore specializzato in raggiri e nell’utilizzare carte di credito clonate. [post-correlato] Secondo i dati raccolti dall’Associazione avvocati matrimonialisti italiani, i messaggini di WhatsApp compaiono ormai in quasi la metà delle cause di separazione e divorzio. Le «spy app», invece, sembrano un fenomeno decisamente più recente. Nessun caso finito sul tavolo degli agenti di Roma e appena tre denunce, tutte inerenti a questioni familiari, a Torino. Denunce, certo, perché un conto è cercare con ogni stratagemma possibile le prove di un tradimento. Un conto è trasformare lo stesso mezzo utilizzato per scoprirlo in una prova da portare in tribunale. Le regole sono le stesse che valgono per le riprese audio-video: i protagonisti di registrazioni e immagini devono sapere della presenza delle telecamere”.