IL LUTTO

«Onore, umiltà ed educazione: il destino ti strappa dalle nostre vite, ma non potrà farlo dai nostri cuori. Ti vogliamo bene». Questo post, pubblicato dalla sua squadra di calcio, fa capire come Alex, 18 anni appena compiuti, fosse amato da tutti. Un’intera comunità, compresa una federazione regionale di calcio a 5, è in lutto per la morte di Alejandro ‘Alex’ Blanco Regalado, ragazzo stroncato da un malore improvviso durante una partita disputata due giorni fa nella regione spagnola della Galizia. Alejandro, che giocava per la squadra dilettantistica del CP Calasancio, la squadra del suo paese natale, Monforte de Lemos, in provincia di Lugo, si è accasciato improvvisamente al suolo, senza manifestare precedentemente fatica o dolore. Il ragazzo stava disputando con la sua squadra la partita di un torneo regionale nel paesino di A Pobra do Brollòn, sempre nella provincia galiziana. Tutte le squadre della lega regionale di calcio a 5, e non solo, si sono strette intorno al Calasancio e alla famiglia di Alex, esprimendo il proprio cordoglio per una giovane vita stroncata improvvisamente.

Fonte: Leggo

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Noemi è sbalzata sull’asfalto della carreggiata centrale. A quanto si apprende dai primi rilievi,
Noemi è stata sbalzata sull’asfalto della carreggiata centrale. Addolorata l’intera Federazione Nuoto che sul proprio portale ha dato la terribile notizia della prematura scomparsa dell’atleta.

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Piace poi molto Bryan CRISTANTE, per il quale fa sul serio la Roma, che ha offerto all’Atalanta 15 milioni più DEFREL (che piace al tecnico degli orobici Gian Piero Gasperini). Il d.s. dei giallorossi Monchi continua a lavorare sulle piste che portano a Domenico BERARDI del Sassuolo eHakim ZIYECH e Justin KLUIVERT dell’Ajax. Il giovane croato Ante CORIC, della Dinamo Zagabria, è arrivato a Roma per definire gli ultimi dettagli relativi al contratto da sottoscrivere. Ma i giallorossi cercano anche il regista del Nizza Jean Michel SERI (vecchio ‘pallino’ di Monchi), per il quale c’è la concorrenza del Napoli.

Alla Roma piace anche Simone VERDI, e per questo l’Inter sta cercando di accelerare per portare a casa il talento del Bologna. Il d.s. dei nerazzurri Ausilio comunque lavora su più tavoli e ha come alternativa Matteo POLITANO, che dovrebbe lasciare il Sassuolo ed è seguito anche dal Napoli.

E proprio il Napoli è una delle società più attive, visto che l’arrivo di Carlo Ancelotti sulla panchina partenopea ha portato a dei cambiamenti di strategia. Per il portiere ci sono conferme sull’interessamento per Alphonse AREOLA del Psg ma sono sempre vive le ipotesi RUI PATRICIO e Bernd LENO. In difesa il nodo èKalidou KOULIBALY: il Chelsea insiste per averlo, ma solo un’offerta da 80 milioni di euro potrebbe far vacillare la dirigenza partenopea. Per JORGINHO c’è sempre la richiesta del Man City, che però giudica esagerata la valutazione di 60 milioni di euro fatta dal Napoli. Per il centrocampo degli azzurri continuano intanto a girare i nomi diLeandro PAREDES, Adrien RABIOT (che è stato offerto anche alla Juve) e Arturo VIDAL, per l’attacco potrebbe invece tornare di attualità la pista per l’ex laziale KEITA BALDE.

Si è mossa anche la Fiorentina, che sta resistendo alle richieste (Napoli, Roma e Inter) per Federico CHIESA e intanto sta cercando di stringere con il Benevento per Enrico BRIGNOLA.

Capitolo Mario BALOTELLI: sembrava probabile la destinazione Marsiglia, invece si è aperta la pista del Parma, che vuole costruire la squadra attorno all’ex interista. Secondo la proprietà cinese del club emiliano, Supermario sarebbe il colpo a effetto per festeggiare lo storico triplo salto dalla D alla A. Il nodo è l’ingaggio, perché ‘Balo’ a Nizza guadagnava 3,5 milioni di euro a stagione ma il fatto che possa arrivare a para metro zero ha la sua importanza. Infine gli allenatori: Claudio PRANDELLI è sempre più vicino alla panchina dell’Udinese, mentre l’altro ex ct azzurro Gian Piero VENTURA dovrebbe andare al Cagliari: l’alternativa per i sardi è Walter ZENGA. Intanto il presidente Tommaso Giulini ha preso il capitano della Lazio Primavera Alessio MICELI.

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Questa è la situazione delle strutture sportive di Napoli, paralizzate dalla mancanza di fondi e dalla burocrazia. Ultimo caso, in ordine di tempo, proprio la vicenda legata allo stadio del quartiere collinare, conteso tra Comune e Giano Srl, società di cui fanno parte gli ex calciatori partenopei Cannavaro e Ferrara, a cui il Consiglio di Stato ha affidato la gestione dopo una battaglia che vedrà la Regione Campania dover versare una somma di 2.000 euro di spese legali.

Proprio dall’impianto del quartiere collinare e da chi lo conosce bene, vogliamo partire con la nostra inchiesta sulle strutture sportive napoletane. Abbiamo intervistato Italo Palmieri, direttore generale della Carpisa Yamamay Calcio Napoli Femminile, realtà sportiva in rosa che al Collana si allenava, fino alla sua chiusura.

Cosa sta succedendo allo Stadio Collana?

Finalmente c’è stata la decisione e questa è già una buona notizia, dal momento che sembrava di vivere una storia infinita.

Un segnale che reputa positivo?

Noi non abbiamo più fiducia nelle istituzioni e il fatto che la situazione si sia sbloccata è il primo passo. Della società Giano fanno parte Cannavaro e Ferrara, due ex calciatori. Per noi che facciamo calcio femminile è importante avere interlocutori che conoscono la materia. 

La sentenza del Consiglio di Stato mette la parola fine ad una vicenda lunghissima, come se lo spiega?

Più di quello che è successo, non poteva succedere altro. Le istituzioni si sono incartate in problematicità burocratiche e ostacoli vari che, di fatto, hanno reso inutilizzabile l’impianto. Almeno oggi c’è una linea tracciata e un bando che dovrà essere rispettato.

Indipendentemente dal Collana, qual è lo stato degli impianti sportivi napoletani?

Nel nostro territorio non c’è nulla. Si parla sempre di politiche a favore dei giovani, di iniziative per contrastare baby-gang e bullismo, ma noi come comunità non siamo in grado di garantire ai giovani luoghi in cui giocare e divertirsi attraverso lo sport che non solo fa bene fisicamente, ma forma culturalmente.

Di chi è la colpa?

C’è una responsabilità grossa della classe politica e imprenditoriale napoletana. Quello che si vede a Napoli non si vede nemmeno in Africa dal punto di vista delle strutture sportive. La classe dirigenziale non ha saputo mantenere, negli anni, nemmeno il minimo indispensabile degli standard dell’impiantistica sportiva.

Ma possibile che a Napoli – metropoli europea e città tra le più importanti d’Italia – non ci siano strutture sportive?

A Napoli di strutture sportive ce ne sono tante e funzionano in modo eccellente, ma sono private. Quelle pubbliche non funzionano. A questo punto – visto che  non si è riusciti a portare a termine una politica sportiva sul territorio –  ben venga che ora i privati si facciano responsabili del cambiamento.

Lei cosa pensa si dovrebbe fare?

Se io fossi un politico avrei investito tutti i fondi a disposizione su tre settori: scuola, cultura e sport. Solo così possiamo costruire un futuro migliore per le nuove generazioni. 

Ma il calcio femminile – esiliato per forza di cose dal Collana – ora a Napoli dove gioca?

Nella sfortuna siamo stati fortunati perché siamo ospitati (ovviamente a pagamento) presso una delle migliori strutture campane: il Cus Napoli. La cosa paradossale è che pagavamo un prezzo più alto al Collana, sostituendoci peraltro nella manutenzione straordinaria, investendo fondi nostri per poter usufruire delle strutture. Nonostante questo, non è bastato. Il Collana ha chiuso, ora però può rinascere. Con tutto il rispetto delle istituzioni, penso non abbiano capito l’importanza per i nostri ragazzi dello sport quale strumento di crescita personale

Il caso del Collana non è isolato. Un campanello d’allarme in vista delle imminenti Universiadi 2019 a Napoli che potrebbero e dovrebbero essere un’opportunità per ricostruire non solo gli impianti, ma una vera e propria cultura dello sport che non può non partire dagli impianti e dalle infrastrutture. Come si sta muovendo, secondo lei, la macchina organizzativa? Non c’è il rischio di essere in ritardo e sprecare un’altra occasione?

Sicuramente l’occasione sarà sfruttata, perché l’arrivo dei fondi permetterà di porre in essere interventi. Un beneficio la Campania lo avrà. Il problema sarà dopo le Universiadi.

Di che problema parla?

Il punto principale sarà quello della logistica. Dovremo accogliere migliaia di atleti. E le scelte che mi pare siano state fatte non vanno nell’ottica di lasciare qualcosa alla città

Può farci un esempio?

Penso alla possibilità di creare un grande “Villaggio olimpico” nell’area della base Nato, ma questa scelta non è stata perseguita. Penso sia un peccato. Quei soldi avrebbero potuto contribuire a riqualificare una zona da poter utilizzare nel quotidiano ad evento concluso.

D’altra parte molti dei nostri impianti sono un “ricordo” di quel che resta delle Olimpiadi del 1960. 

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