Cassazione: l’autoerotismo in pubblico non è più reato. Addio, quindi, alla fatidica frase: “Atti osceni in luogo pubblico”. Non ci sarà più il carcere per chi commette autoerotismo nella pubblica via. E non importa se chi lo compie non lo abbia fatto “occasionalmente”, ma abbia scelto di ‘esibirsi’ appositamente in una strada frequentata da giovani ragazze.
E’ accaduto a Catania, l’esibizionista in questione che, dopo l’istanza di prima e secondo grado dove lo si condannava a tre mesi di reclusione, potrà ora, dopo il ricorso presentato alla Cassazione, godere della sua libertà e cavarsela con una ammenda… E non solo, potrà anche tranquillamente ricommettere il suo atto, in quanto “non sussiste legge che condanni tale atto come reato”. Infatti, il suddetto reato di “atti osceni in luogo pubblico” è stato depenalizzato dalla riforma introdotta dal decreto legge del 2015, ad eccezione di quelli commessi nei luoghi frequentati da minori. Ovvero in altre parole, l’autoerotismo in pubblico è consentito a patto che non vi siano minori. Ecco il caso: Catania. Pietro L., classe 1947, verso le diciotto e trenta del pomeriggio del sette dicembre di qualche anno fa praticava “l’autoerotismo al passaggio” delle studentesse che frequentavano la cittadella universitaria. In primo e secondo grado, gli erano spettati tre mesi di reclusione, convertiti nella multa di 3.420 euro. Ora gli effetti penali scompaiono.