Ragusa, procura fiduciosa contro proscioglimento Logli. Ecco i motivi

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Ragusa, procura fiduciosa contro <br>proscioglimento Logli. Ecco i motivi

Quattro i motivi alla base del ricorso (il cui esito è atteso tra giovedì 17 e venerdì 18 marzo) presentato dalla Procura di Pisa, attraverso il pm Aldo Mantovani, volti a smontare il proscioglimento di Logli, accusato in un primo momento di omicidio volontario e distruzione di cadavere. Quello della moglie, Roberta Ragusa, 49 anni da compiere il 21 marzo, sparita nella notte tra il 13 il 14 gennaio 2012 dalla sua casa in via Dini a Gello. 

L’accusa infatti contesta l’eccesso di motivazioni del gup che sarebbe andato oltre la disamina richiesta in sede di udienza preliminare; non avrebbe poi valutato in maniera approfondita una serie di elementi sostenuti dall’accusa anche a livello testimoniale; non avrebbe chiarito su quali riscontri si possa sostenere che, pur in assenza del corpo, la donna possa considerarsi viva; avrebbe infine ritenuto il processo incapace di poter aggiungere ulteriori elementi probatori. 

Nella ricostruzione della Procura non accolta dal Gup Laghezza viene descritto l’effetto scatenante che per l’accusa portò poi all’omicidio ddi Ragusa. “In casa Logli, dove erano presenti il Logli, la Ragusa e i due figli, scoppiò una lite violentissima, verosimilmente causata dalla scoperta, da parte della Ragusa, dell’identità dell’amante del marito, Sara Calzolaio, baby sitter di famiglia. La lite fu di tale violenza da indurre la donna a fuggire di casa, a piedi verso via Gigli, così come si trovava vestita. Il Logli, uscì con la Ford Escort SW per raggiungerla, ma decise cambiare macchina, accorgendosi di essere stato visto da Loris Gozi. Riuscito con la Citroën C3, intercettò la moglie in via Gigli, dove, nonostante la resistenza della donna e le sue urla, la costrinse a salire in macchina. La donna per difendersi lasciò dei segni sul volto e sulle mani del Logli”.

Nel proscioglimento di Logli, ha giocato un ruolo decisivo il super testimone Loris Gozi. Il giostraio sostiene di aver visto Logli in auto la notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012 in via Gigli. Il gup non gli crede anche perché nel suo racconto Gozi sbagliò a indicare orario e modello dell’auto. La Procura tuttavia argomenta così l’utilizzabilità del teste: “Egli fu indotto dalla moglie e da altri familiari a non rivelare agli inquirenti i fatti nella loro integralità, volendo evitare di rimanere coinvolti nella vicenda”.

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