Brexit continua a far paura. Questa volta non stiamo parlando delle dirette conseguenze che il voto dello scorso 23 Giugno ha portato. La minaccia è adesso sul web. In tema di Brexit, infatti, si sta diffondendo negli ultimi giorni una truffa che colpisce i proprietari di account di posta elettronica. Brexit la truffa è stata architettata da alcuni cybercriminali che sfruttano la popolarità dell’argomento per inviare email che nascondono il pericolo.
Si tratta di email di spam in apparenza innocue: contengono la famosa parola chiave – Brexit – e altre informazioni che invogliano chi riceve la mail a cliccare sui link presenti nel corpo del messaggio. Tutto rientra nel cosiddetto “social engineering”: quell’insieme di tranelli psicologici che spingono a cliccare link diretti a siti dove viene chiesto di inserire informazioni riservate o sensibili, scaricare allegati o rispondere comunicando informazioni su carte di credito, investimenti, notizie personali. Una volta fatto “click” il crimine è assicurato, tutti i dati inseriti vengono rubati in un momento. Nell’altra ipotesi, un virus o un malware si impossessa del nostro computer.
Quello che sconvolge è che Brexit la truffa è partita ben prima del referendum del 23 Giugno. Già dal 9 dello stesso mese, infatti, questo tipo di mail era stato recapitato a tanti utenti. In particolare, i ricercatori del Symantec Threat Intelligence hanno rintracciato 81.323 mail spedite tra il 9 e il 23 Giugno. Questo numero è aumentato considerevolmente, dopo il referendum, fino a raggiungere quota 399.892 tra il 24 giugno e il 5 luglio. Si è avuto, quindi, un incremento del 392% di mail spam da quando questo fenomeno si è propagato.
“L’indicazione è ovviamente quella di sempre. Cioè fare estrema attenzione quando si ha a che fare con questi contenuti: non aprire allegati e non cliccate sui link, eliminate immediatamente email simili”, ha detto James Chappell, cofondatore della società di sicurezza informatica londinese Digital Shadows.