Il mondo ai piedi dell’Isis. Ieri sera, intorno alle 21.20, un commando armato è entrato in un ristorante del quartiere diplomatico di Dacca, in Bangladesh, e ha dato vita all’ennesimo attacco terroristico detonando esplosivi al grido di “Allah u Akbar”. Ne è seguita una violenta sparatoria con la polizia (morti due agenti), al termine della quale il commando ha preso in ostaggio tra le 20 e le 40 persone. Otto gli italiani coinvolti, di cui uno riuscito a fuggire. I sette rimanenti sono tutti imprenditori del settore tessile. La presenza forte di stranieri è dovuta chiaramente alla zona diplomatica: il quartiere ospita varie ambasciate (quella italiana è a 100 metri dal caffè-ristorante), oltre a ristoranti, negozi di lusso e club. L’incidente è avvenuto nei pressi del Nordic Club e dell’ambasciata del Qatar. Quattro ore dopo, lo Stato islamico ha rivendicato l’operazione, attraverso al sua agenzia di stampa Amaq. In seguito ha diffuso varie fotografie dell’interno del caffè con vari corpi riversi in pozze di sangue. Amaq ha detto che gli stranieri morti sono oltre 20.
Dopo un assedio durato 10 ore, le truppe scelte sono entrate nel ristorante, liberando 13 ostaggi. Il governo bangladese ha fatto sapere di «aver catturato vivo uno dei terroristi, gli altri sei sono morti nel blitz». La sorte dei sette italiani non è ancora nota, ma è certo che l’unita di crisi della Farnesina ha lavorato tutta la notte sulla vicenda. Al momento le autoritaà locali non sono ancora in grado di fornire notizie attendibili sulla sorte degli italiani coinvolti nella presa di ostaggi.
L’attacco segue una serie di assassinii di stranieri, rappresentanti delle minoranze religiose e attivisti secolari Bangladesh, rivendicati dallo o attribuiti agli islamisti. Un cooperante italiano, Cesare Tavella, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco a Gulshan a settembre in un attacco rivendicato dall’Isis. Nel 2012 un diplomatico sadutia è stato ucciso nella stessa zona. Ma l’attacco di ieri è il primo su scala così ampia e il primo con una presa d’ostaggio, il governo e la polizia negano che l’Isis sia attivo in Bangladesh e accusano i militanti locali.