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Attacco all’aeroporto di Istanbul, 41 i morti. L’ombra dell’Isis sulla strage

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Si fa sempre più grave il bilancio della strage avvenuta martedì sera all’aeroporto Ataturk di Istanbul, dove tre kamikaze si sono fatti saltare in aria tra le persone in attesa di imbarco. Il governatore di Istanbul, Vasip Sahin, ha dichiarato che le vittime degli attentati sono 41, tra cui 13 stranieri. Ben i feriti accertati, di cui 109 già dimessi dagli ospedali.

Tra le 41 vittime, per le quali è stato decretato un giorno di lutto nazionale, oltre ai cittadini turchi, ci sarebbero 5 sauditi – tra cui almeno 3 anche con cittadinanza turca – 2 iracheni, 1 tunisino, 1 uzbeko, 1 cinese, 1 iraniano, 1 ucraino, 1 giordano e una donna palestinese. Le vittime di cui finora è stata accertata l’identità sono 37. Tra queste non risultano al momento italiani, anche se sono ancora in corso verifiche.

Tra le vittime vi sono anche i tre kamikaze autori della strage. La loro identità non è stata ancora rivelata alla stampa, ma secondo fonti delle indagini si tratterebbe di cittadini stranieri. Secondo le stessi fonti, sarebbe una donna la persona arrestata ieri sera dalla polizia turca perché sospettata di far parte in qualche modo del commando.

Il gruppo terrorista che ha colpito lo scalo turco, stando a fonti della polizia, sarebbe stato composto da 7 persone, di cui 3 in fuga. Anche se non è ancora stata rivendicata, sulla strage grava l’ombra dell’Isis. Secondo il premier turco, Binali Yildirim, finora tutte le indicazioni suggeriscono ci sia la mano dello Stato Islamico.

L’aeroporto è rimasto chiuso per diverse ore sia ai voli in partenza che a quelli in arrivo, dirottati su altri aeroporti. Come indica il sito web dell’aeroporto, da stamattina è ripresa l’attività, anche se con modalità ridotte rispetto al normale. “Gli ordigni che sono esplosi a Istanbul avrebbero potuto esplodere in qualsiasi città nel mondo”, ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.