“Diventa pubblica l’udienza svolta lo scorso 17 maggio con cui la Corte Costituzionale, collegio composto da quindici giudici, ha ascoltato le parti coinvolte sull’abuso di precariato in Italia e sull’ipotesi di mancata applicazione della direttiva 1999/70/CE: stamane, il video dell’udienza, di cui si attendono le risultanze nelle prossime settimane, è diventato consultabile da tutti attraverso il sito internet istituzionale della Consulta. Con gli interventi, i legali che tutelano la posizione del personale non di ruolo, hanno ricordato che le ultime posizione espresse a livello nazionale e non, hanno ormai superato la sentenza della Cassazione n. 10127/2012, che aveva negato ogni tutela ai docenti precari scolastici, affermando che la normativa sul reclutamento scolastico era compatibile con l’ordinamento comunitario”. Lo afferma in una nota l’Anief. Secondo l’avvocato Vincenzo De Michele, che collabora con il sindacato, il Governo Letta con il D. L. n. 104/2013 per la scuola e i Conservatori di musica aveva immediatamente tracciato un percorso pluriennale di stabilizzazione di tutti i precari pubblici che avessero maturato i 36 mesi di servizio, grazie al ripristino del meccanismo del doppio canale per gli esiti del concorso a cattedra bandito nel 2012.
“Aspettiamo con fiducia il parere della Corte Costituzionale – ha detto Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – forti anche del fatto che i tribunali rimangono perfettamente liberi di adeguarsi alla sentenza Mascolo, sia ordinando le stabilizzazioni sia procedendo a congrui risarcimenti, previsti sino a 15 mensilità, come stabilito di recente dalle sezioni unite della Corte di Cassazione, che ha evidenziato come sia doveroso, in caso di illegittima reiterazione di contratti a termine, corrispondere al lavoratore non solo un’indennità quale risarcimento del danno subito, ma che tale periodo sia computato ai fini della anzianità di servizio e alla maturazione degli scatti di anzianità, proprio in applicazione del principio di non discriminazione del precariato previsto dalle norme comunitarie”. Anche sulla base di tale “posizione ineccepibile”, Anief ricorda che “crescono in modo esponenziale il numero di sentenze emesse dai tribunali del lavoro che danno ragione ai dipendenti precari, in primis della scuola pubblica: come l’insegnante di Reggio Emilia, a cui il giudice del lavoro ha conferito recentemente 35mila euro, come indennita’ per la mancata assunzione a tempo indeterminato. L’ultima vittoria, nella medesima direzione, e’ arrivata a Roma, pochi giorni fa, con 250mila di risarcimento assegnati a 17 precari non stabilizzati dall’amministrazione scolastica senza ragioni oggettive”.