Al Teatro Bellini è in scena “Il mondo non mi deve nulla”, tra atmosfere noir e senso della vita

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Al Teatro Bellini è in scena “Il mondo non mi deve nulla”, tra atmosfere noir e senso della vita

Dalla carta al palcoscenico, dalla parola scritta alla parola detta: la penna sapiente di Massimo Carlotto si confronta con la scrittura drammaturgica e porta in scena al Teatro Bellini di Napoli, “Il mondo non mi deve nulla”, tratto dall’omonimo romanzo. Un testo profondo, dalle cupe atmosfere noir e una regia, quella di Francesco Zecca, dal sapore cinematografico. “E’ un testo sulle scelte e sul destino”, così Carlotto parla della pièce teatrale dove la paura, il disagio e il senso di perdita rispetto al futuro sono sentimenti che vivono in scena grazie all’incontro (non casuale) di due solitudini, a cui danno corpo e voce gli eccellenti interpreti della commedia, Pamela Villoresi e Claudio Casadio.

In una Rimini insolitamente silenziosa, ancora non invasa dai turisti, una finestra spalancata di notte può diventare qualcosa di irresistibile per uno come Adelmo, ex operaio vittima della crisi, diventato ladro “per necessità”. Lui un lavoro ce l’aveva ma si è trovato all’improvviso a ripartire da zero, tirando a campare con furtarelli di poco conto. E’ “un’anima intrappolata in una vita disperata” il personaggio di Adelmo a cui Casadio restituisce una veracità e una forza d’animo tipici di chi è attaccato alla vita con i denti perché da questa ha avuto ancora troppo poco per poter arrendersi.

Dietro quella finestra spalancata, e non casualmente, c’è una donna e la sua storia. Lise è una ex croupier tedesca di mezza età ancora affascinante, che ha girato il mondo sulle navi da crociera. Un’esistenza piena, vissuta tra i lustrini dei casinò, qualche amore sbagliato e tante menzogne dette per “sopravvivere” a quella vita eccitante ma priva di vere radici: “Chi lavora sulle navi non ha dimestichezza con la famiglia, con i sentimenti di tenerezza”, dice Lise. Da attrice strehleriana dal talento indiscusso, Pamela Villoresi scava nell’anima di un personaggio complesso, che la vita ha indurito facendolo vibrare di una fragilità e una ironia che lasciano il segno. A differenza di Adelmo, a Lise la vita non ha fatto mancare la sicurezza economica, gettata però al vento da un investimento sbagliato in banca. Quella “grande sgualdrina menzognera” che adesso, spente le luci sui tavoli verdi dei casinò, non le permette di condurre la vita lussuosa a cui era abituata. La ex croupier non si sente in credito con la vita. “Il mondo non mi deve nulla”, ripete.

Tra le note amare ma allo stesso tempo ironiche della commedia, l’incontro tra Adelmo e Lise diventa l’unione di due mondi diversissimi, con una visione opposta della vita, tra i quali si instaurerà però un rapporto intenso. Da maestro del noir, Massimo Carlotto costruisce la storia riminese con il classico colpo di scena finale. Nei dialoghi brillanti e coinvolgenti dei personaggi ben costruiti e profondamente umani – due “naufraghi della vita” che in un modo o nell’altro sceglieranno il loro destino –  vi è l’ amara riflessione sui nostri tempi difficili. L’autore vuole forse dirci che la vita ci mette alla prova, certamente, ma siamo comunque noi gli unici artefici della nostra esistenza?

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