ROMA, 18 LUG – I ristoratori sono avvertiti. Meglio fare attenzione a quello che scrivono sul menù, perché propinare ai clienti cibi surgelati senza indicarlo esplicitamente è reato. Di più: anche solo detenere pesce o carne surgelati ma non segnalarlo agli avventori equivale a una tentata frode in commercio, reato punito con una multa. E lo sgarro può costare caro, come è successo ad un ristoratore di Milano, per il quale la Cassazione ha confermato la condanna: dovrà pagare non solo una multa di 200 euro per la tentata frode in commercio, ma ovviamente tutte le spese legali e processuali, e pure 2mila euro da versare alla Cassa della Ammende. Inutile provare a spiegare che gli alimenti non sono stati portati in tavola. Basta che al momento del controllo i freezer siano pieni. La terza sezione penale spiega che la giurisprudenza in proposito è chiara. “Anche la mera disponibilità di alimenti surgelati, non indicati come tali nel menù, nella cucina di un ristorante, configura il tentativo di fronde in commercio, indipendentemente dall’inizio di una concreta contrattazione con il singolo avventore”, scrivono i giudici. Surgelato va bene purché sia a “la carte”. ().