(t.e.)
“Materdei, un quartiere del centro: per circa trent’anni il vecchio edificio della teresiane è restato in disuso – sino al giorno in cui quaranta cittadini lo hanno occupato. In un giorno di ottobre del 2012 sono entrati nelle antiche mura con una visione: Questo posto doveva tornare ad appartenere alla comunità”. Da qui parte il racconto del settimanale tedesco Stern, pubblicato con un articolo sul modello partenopeo delle occupazioni. “Che i cittadini occupino non è una novità, né in Germania, né in Italia. La novità – considera il giornalista – è che l’amministrazione della città non solo tolleri la cosa bensì la appoggi” Il riferimento è alla delibera sui beni comuni che consegna, tra le altre cose, edifici nelle mani dei loro occupanti – a patto che le attività che vengono poi organizzate siano accessibili alla comunità.”A Napoli è in atto una rivoluzione culturale – racconta il sindaco – i cittadini vogliono partecipare al cambiamento della loro città e partecipano attivamente alla democrazia”. Nell’articolo si ricorda come a Napoli manchino spazi e ciononostante circa 300 edifici pubblici e privati siano in stato di abbandono. “Non ci possiamo permettere economicamente di risanare tutti gli edifici che vorremo – spiega – ma la presa in mano degli edifici da parte dei cittadini e il restauro da parte del Comune sono due aspetti che devono procedere parallelamente”. Una posizione sintetizzata dalla convinzione che “rende più felici occuparsi del benessere pubblico che non della proprietà privata”.
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